Pordenone (martedì, 29 aprile 2025) – Pordenone torna a interrogarsi sul tema della sicurezza, e questa volta il dibattito si accende attorno a via Pontinia, dove le segnalazioni dei residenti riportano in primo piano criticità mai del tutto risolte. Il quartiere, già oggetto di interventi di rigenerazione urbana, non riesce ancora a scrollarsi di dosso un senso di abbandono. Il campo da calcetto e le iniziative promosse dal Centro Giovani sono segnali positivi, ma non bastano a invertire la rotta.
di Monia Settimi
A mancare, denunciano in molti, è una presenza costante sul territorio: un presidio fisso capace di prevenire disagi, soprattutto per le persone più vulnerabili. In parallelo, si avvertono le conseguenze di carenze strutturali come la chiusura della biblioteca di quartiere, inattiva da maggio 2024. La scarsa illuminazione e un diffuso senso di insicurezza alimentano la frustrazione di chi abita in zona.
Il sindaco Alessandro Basso ha dichiarato di voler rompere ogni indugio. “Non intendo perdere tempo“, ha detto, annunciando che porterà la questione in Giunta già nella prossima seduta. La sua linea è chiara: affrontare il problema su più livelli, con un approccio che unisca sicurezza, disagio giovanile, inclusione sociale e attività sportive. L’idea è quella di un piano d’azione integrato, in cui scuola, famiglia, quartiere e forze dell’ordine lavorino insieme per intervenire alla radice delle criticità.
Via Pontinia non sarà un caso isolato. Basso ha assicurato che anche altri quartieri, come Torre, riceveranno la stessa attenzione, con l’obiettivo di estendere i presidi e costruire una nuova visione urbana che metta al centro giovani, famiglie e comunità.
Ma le parole del sindaco non convincono tutti. Nicola Conficoni, esponente del Partito Democratico, punta il dito contro la giunta regionale, accusata di essersi fermata alla propaganda. Secondo lui, la tanto annunciata svolta sulla sicurezza è rimasta su carta: la legge regionale 5 del 2021, presentata come una risposta forte all’insicurezza urbana, non ha ancora prodotto risultati concreti, in particolare sulla possibilità di stipulare i patti locali previsti dal testo.
Conficoni chiede un cambio di passo e sottolinea la necessità di agire su due binari: da una parte il rafforzamento degli organici delle forze dell’ordine — calati, dice, del 15% dal 2020 — e dall’altra l’investimento su prevenzione, educazione di strada e illuminazione pubblica. Il quadro, insomma, resta aperto. E il confronto tra amministrazione e opposizione sembra appena cominciato.
Last modified: Aprile 29, 2025