Maniago (sabato, 14 giugno 2025) – Le indagini sulla tragica scomparsa di Daniel Tafa, il giovane operaio di 22 anni morto durante il turno di lavoro alla Stm di Maniago, entrano in una fase decisiva. A fare luce sulle cause dell’incidente saranno i Carabinieri del Ris di Parma, incaricati di analizzare i frammenti metallici che hanno colpito mortalmente il ragazzo nella notte del 25 marzo scorso.
di Monia Settimi
La dinamica è ancora oggetto di verifiche, ma si sa che Daniel è stato trafitto da due schegge partite da un macchinario in funzione. È morto sul colpo. Ora, i reperti raccolti sul luogo dell’esplosione verranno esaminati il prossimo 24 luglio nei laboratori specializzati dell’Arma. Si tratta di accertamenti irripetibili: il magistrato ha già avvisato le parti coinvolte – indagati e familiari della vittima – affinché possano nominare consulenti tecnici di fiducia. Trasparenza e rigore sono le parole d’ordine.
Nel registro degli indagati ci sono cinque persone, tra cui titolari dell’azienda, responsabili della sicurezza e fornitori dell’impianto. Tutti dovranno rispondere dell’ipotesi di omicidio colposo, in un’inchiesta che punta a capire se ci siano state negligenze, carenze nei controlli o gravi violazioni nei protocolli di sicurezza.
Un altro tassello fondamentale riguarda la perizia tecnica sul macchinario coinvolto, che si sta rivelando più complessa del previsto. I periti incaricati hanno ottenuto una proroga fino al 20 ottobre per completare la relazione. Si cerca di accertare se l’impianto fosse difettoso o utilizzato in modo improprio, e soprattutto se la tragedia poteva essere evitata.
Nel frattempo, la famiglia di Daniel – assistita legalmente dall’avvocato Fabiano Filippin – segue con attenzione ogni sviluppo. In gioco non c’è solo la ricerca della verità, ma anche il bisogno di giustizia per una vita spezzata troppo presto.
Last modified: Giugno 14, 2025
