Pordenone (mercoledì, 7 maggio 2025) – Un’importante svolta per il codice della strada arriva dopo la decisione del Tribunale di Pordenone. Il giudice Milena Granata ha sollevato dubbi sulla legittimità dell’articolo 187, che puniva i conducenti per l’assunzione di droghe anche senza dimostrare effetti sulla guida. Ora, una nuova circolare ministeriale chiarisce come procedere.
di Monia Settimi
La legge n. 177/2024 aveva cancellato il requisito dell’alterazione psicofisica, punendo chiunque risultasse positivo a sostanze stupefacenti. Ma il tribunale friulano ha evidenziato il rischio di punire ingiustamente, spingendo il Ministero dell’Interno a intervenire. La nuova circolare stabilisce che sarà necessario dimostrare un “collegamento diretto tra la droga e la capacità di guida”, ovvero che la sostanza influisca davvero sulle capacità del conducente.
Le forze dell’ordine, in caso di sospetto, preleveranno campioni salivari. Se il test è positivo, si procederà con ulteriori analisi in laboratorio per identificare i metaboliti attivi, quelli che indicano un effetto reale sulla guida. I farmaci terapeutici come ansiolitici o antidolorifici saranno esclusi, evitando di penalizzare chi li assume per cure mediche.
Il caso di Pordenone ha scatenato il dibattito. Una donna, dopo un incidente, risultò positiva agli oppiacei nelle urine, ma negativa nel sangue. Aveva assunto medicinali prescritti, ma il test delle urine non distingue tra droghe illegali e farmaci. Da qui la scelta del giudice Granata di rivolgersi alla Corte Costituzionale.
Con la nuova circolare, la normativa punta a diventare più equa, distinguendo chi guida sotto effetto di droghe da chi assume farmaci per motivi di salute.
Last modified: Maggio 7, 2025