Scritto da 11:36 pm Pordenone, Cronaca, Top News

Fine vita, anche Pordenone scende in piazza per l’eutanasia legale

Pordenone (lunedì, 30 giugno 2025) – A Pordenone è partita la mobilitazione per il diritto a una morte libera e consapevole. Sabato 28 giugno, in piazzetta Cavour, sono state raccolte le prime firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare promossa dall’Associazione Luca Coscioni: un testo che punta a legalizzare tutte le scelte di fine vita, inclusa l’eutanasia, per chi si trovi in condizioni di sofferenza irreversibile o terminale.

di Monia Settimi

L’obiettivo è chiaro: 50mila firme entro il 17 luglio, data in cui in Parlamento riprenderà la discussione sul tema. La campagna, attiva in tutta Italia con oltre 100 banchetti, ha fatto tappa anche a Pordenone, dove si potrà firmare di nuovo venerdì 5 luglio, dalle 9 alle 12 e dalle 17 alle 20.

La proposta di legge prevede che ogni persona maggiorenne, lucida e affetta da una patologia incurabile o da sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili, possa richiedere l’accesso all’assistenza per morire, scegliendo tra autosomministrazione o somministrazione da parte di un medico. Le verifiche dovranno essere concluse entro 30 giorni dalla richiesta.

Il testo dà finalmente un quadro normativo certo dopo la sentenza della Corte costituzionale del 2019 sul caso Cappato–Dj Fabo, che aveva aperto la strada alla non punibilità per chi assiste una persona nelle condizioni previste. Ma oggi, a rischio c’è proprio quel diritto.

La nuova bozza di legge del Governo rischia infatti di restringere l’accesso all’aiuto medico alla morte volontaria. Cambiano criteri fondamentali: da “sofferenza fisica o psicologica” si passa a “fisica e psicologica”, e da trattamenti di sostegno vitale a “trattamenti sostitutivi di funzioni vitali”, escludendo molte persone. Inoltre, si introduce l’obbligo di cure palliative e si allungano i tempi di risposta fino a 120 giorni, con una nuova domanda possibile solo dopo quattro anni in caso di rifiuto.

“Serve una legge nazionale che garantisca, non che cancelli, i diritti conquistati”, dichiarano Filomena Gallo e Marco Cappato. “Non possiamo permettere che il Parlamento approvi una norma che nega l’aiuto anche a chi soffre senza dipendere da macchinari o trattamenti invasivi”.

Chi non può firmare di persona può farlo online tramite SPID o CIE: sono già oltre 25mila le firme digitali raccolte. A Pordenone, la campagna va avanti. È il momento di scegliere da che parte stare.

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Last modified: Giugno 30, 2025
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