Pordenone (venerdì, 13 giugno 2025) – “Empatia sì, ma come li prepari al mondo reale?” È una delle domande che più spesso viene rivolta a Enrico Galiano, scrittore e insegnante amatissimo anche sui social. La risposta? Un mix di scienza, esperienza e riflessione profonda.
di Monia Settimi
Galiano parte dai dati. Daniel Siegel, neuropsichiatra, sostiene che crescere con adulti empatici sviluppa cervelli più resilienti. In altre parole, chi si sente compreso e sostenuto da piccolo diventa un adulto più forte e capace di affrontare le difficoltà.
Poi c’è l’effetto Pigmalione: se un educatore crede davvero nelle potenzialità di un ragazzo, quel ragazzo finirà per crederci anche lui. Lo hanno dimostrato Rosenthal e Jacobson. Fiducia, aspettative positive, supporto: elementi che formano, non solo motivano.
Uno studio del 2021 firmato Zhang mostra infine che un insegnante empatico riduce ansia e stress nei suoi studenti. E proprio questo – spiega Galiano – aiuta a costruire una vera forza interiore: non fuggire dai problemi, ma affrontarli con più lucidità.
Ma Galiano aggiunge un punto chiave: empatia non è debolezza. Essere empatici non significa essere accondiscendenti. «Un insegnante empatico – dice – è anche severo, nel senso più autentico: onesto, coerente, presente».
La vera sfida, conclude, è educare senza umiliare, correggere senza abbattere, mostrare che si può affrontare la durezza del mondo senza perdere se stessi.
Last modified: Giugno 13, 2025