Pordenone (domenica, 11 maggio 2025) – Leonardo (nome di fantasia) è un uomo di 33 anni con una storia che sembra uscita da un incubo. Nel 2020, una diagnosi improvvisa ha stravolto la sua vita: cancro all’intestino al terzo stadio. Grazie alle cure ricevute, oggi la malattia è in regressione, ma c’è un nuovo nemico: le liste d’attesa infinite della sanità pubblica.
di Monia Settimi
“Se non avessi fatto una visita privata, non avrei mai scoperto il tumore”, racconta. All’inizio, il medico di base aveva minimizzato i sintomi. Ma Leonardo, spinto da un’inquietudine crescente, ha deciso di cercare un altro parere, scoprendo la terribile verità. Da allora, la sua vita è cambiata radicalmente.
Leonardo segue un programma di monitoraggio: esami del sangue, TAC, ecografie. Ogni quattro mesi, deve sottoporsi a controlli fondamentali per tenere sotto controllo la malattia. Ma ottenere queste visite nei tempi utili è una sfida.
“Quando ho chiamato per l’ecografia, la risposta è stata surreale: primo posto libero nel 2026. E io dovrei fare l’esame entro settembre“, spiega, incredulo. Il CUP gli ha proposto di spostarsi a Trieste o Udine, ma anche lì i tempi sono incerti.
Nonostante tutto, Leonardo elogia il personale medico e infermieristico: “Sono straordinari, non smetterò mai di ringraziarli”. Ma la sua storia evidenzia un problema ben più grande: per molti pazienti, il vero nemico non è solo la malattia, ma il sistema sanitario che dovrebbe proteggerli.
“Mi sento sospeso in una continua attesa. Ogni visita è una corsa contro il tempo“, conclude Leonardo, lasciando emergere una realtà che accomuna migliaia di pazienti in Italia.
Last modified: Maggio 11, 2025
