Frisanco (giovedì, 17 aprile 2025) – Il traffico pesante è fermo sulla Sr Pn26 tra Fanna e Frisanco, e le imprese della Val Colvera iniziano a sentire il peso di una situazione che rischia di compromettere l’equilibrio economico della zona. La Regione non resta a guardare: “Stiamo approfondendo la possibilità di attivare forme di ristoro per le attività penalizzate dalla chiusura”, ha dichiarato l’assessore regionale alle Attività produttive Sergio Emidio Bini.
di Monia Settimi
Il blocco riguarda solo i mezzi pesanti, come confermato dai rilievi con l’Edr di Pordenone, ma per le aziende locali i disagi sono tutt’altro che leggeri. Trasporti più lenti, costi maggiorati, clienti insoddisfatti: la chiusura di un’arteria strategica come la Sr Pn26 ha fatto scattare l’allarme tra imprenditori e operatori economici.
“La Direzione centrale sta lavorando per raccogliere tutti i dati necessari – ha spiegato Bini – e valutare se, e in che misura, si registri un effettivo calo del fatturato. Servirà tempo, perché solo un confronto con il periodo precedente al divieto può restituire un quadro realistico dell’impatto economico.”
Ma la richiesta di azione arriva anche dai banchi dell’opposizione. Il consigliere regionale Andrea Carli (Pd) ha lanciato un appello alla giunta: “La Regione dia un segnale di fiducia a chi ogni giorno tiene in piedi l’economia montana. Non basta valutare solo le perdite: bisogna considerare anche l’aumento dei costi operativi dovuti ai percorsi alternativi”.
Carli ha poi puntato il dito su un’altra ferita aperta: la divisione amministrativa tra Maniago e Frisanco, figli di una legge regionale del 2020 che, a suo dire, ha acuito le difficoltà della zona. “Il ponte non è l’unica cosa da sistemare: è tempo di ricucire anche gli errori politici che hanno penalizzato il legame storico tra queste comunità”.
In attesa dei dati e delle eventuali misure di sostegno, il malumore cresce. Ma il messaggio è chiaro: la montagna chiede ascolto. E risposte concrete.
Last modified: Aprile 17, 2025