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50 anni dal terremoto del Friuli: Pordenone esclusa dai fondi regionali, polemica del Pd

Pordenone (sabato, 11 ottobre 2025) — Il cinquantesimo anniversario del terremoto del 1976 in Friuli si trasforma in nuovo terreno di scontro politico. I fondi stanziati dalla Regione – quattro contributi da 50 mila euro ciascuno – sono stati destinati a Confindustria Udine, all’Ente Friuli nel Mondo, all’associazione dei consiglieri regionali e all’Università di Udine, ma non alla Destra Tagliamento, sollevando critiche e polemiche.

di Monia Settimi

A denunciare la questione è stato il consigliere regionale del Pd, Nicola Conficoni, che parla di una vera e propria dimenticanza della Giunta Fedriga nei confronti del Friuli Occidentale. «Il terremoto ha colpito anche i comuni della Destra Tagliamento – spiega Conficoni – da Vito d’Asio a Pinzano al Tagliamento. È inaccettabile che i fondi celebrativi siano stati assegnati solo alla Confindustria di Udine, ignorando Pordenone e i territori colpiti».

Durante la discussione sull’assestamento di bilancio, Conficoni ha presentato un emendamento per estendere i finanziamenti anche alla Destra Tagliamento, ma la richiesta è stata respinta dalla maggioranza di centrodestra. «Come spesso accade – aggiunge Conficoni – le proposte della minoranza vengono cassate senza alcuna spiegazione, anche quando riguardano il riconoscimento e il supporto a territori danneggiati da tragedie storiche».

L’assessore regionale alla Protezione Civile, Riccardo Riccardi, ha dichiarato che i contributi approvati fanno parte di un “programma più ampio che la Regione definirà nelle prossime settimane” per commemorare il sisma e valorizzare il percorso di rinascita del Friuli. Ma, secondo Conficoni, l’esclusione di Pordenone rappresenta una discriminazione territoriale inaccettabile.

La vicenda evidenzia come, cinquant’anni dopo il drammatico Orcolat, la politica regionale continui a suscitare tensioni quando si tratta di riconoscere e supportare tutte le aree colpite. La protesta del Pd punta a riportare al centro equità e memoria storica, auspicando che le istituzioni rivedano al più presto le proprie decisioni.

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Last modified: Ottobre 12, 2025
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