Scritto da 9:46 pm Pordenone, Cronaca, Top News

Uno su dieci al pronto soccorso poteva evitarlo: i numeri del Friuli Venezia Giulia

Pordenone (mercoledì, 22 ottobre 2025) — Oltre 300mila persone hanno fatto ricorso ai pronto soccorso del Friuli Venezia Giulia nell’ultimo anno, ma circa il 10% di questi accessi non era realmente urgente. Molti pazienti avrebbero potuto rivolgersi al medico di base o a un ambulatorio, alleggerendo la pressione sulle strutture ospedaliere. A rivelarlo è la quarta indagine nazionale dell’Agenas sulle Reti Tempo-dipendenti, i percorsi dedicati alle emergenze più gravi, come infarti, ictus e traumi.

di Monia Settimi

La fotografia scattata dall’Agenas mostra una Regione con punti di forza significativi, ma anche criticità da affrontare. La rete cardiologica d’emergenza emerge come vera eccellenza: l’Asu Giuliano Isontina garantisce assistenza entro 15 minuti al 93% della popolazione, mentre altre strutture come Asfo e Asufc raggiungono percentuali più contenute. La mortalità a un mese dall’infarto resta bassa in alcune strutture, con Trieste al 3,46%, mentre Monfalcone arriva al 10%.

Per gli ictus, invece, i tempi di intervento sono meno performanti: entro 15 minuti solo una parte della popolazione ha accesso immediato alle cure, ma la copertura migliora rapidamente fino a quasi tutti i residenti entro 45 minuti. La mortalità media a 30 giorni dall’evento si attesta intorno al 9,75%.

La rete per i traumi gravi raggiunge quasi tutta la popolazione in tempi brevissimi, soprattutto nella zona Giuliano Isontina, ma la mortalità varia tra le strutture, con picchi oltre il 40% in alcune aree. La rete generale di emergenza-urgenza funziona bene sul piano della copertura, ma gli accessi non urgenti rimangono un problema: in alcune sedi superano il 15%, congestionando i pronto soccorso e allungando i tempi di attesa, che in ospedali come Trieste e Udine superano spesso le otto ore.

Il messaggio dei numeri è chiaro: il Friuli Venezia Giulia può vantare eccellenze sanitarie, soprattutto nella cardiologia, ma è necessario ridurre gli accessi evitabili. Un uso più consapevole delle strutture permetterebbe di liberare risorse e personale, garantendo cure più rapide e sicure a chi ne ha davvero bisogno.

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Last modified: Ottobre 23, 2025
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