Casarsa della Delizia (mercoledì, 22 ottobre 2025) — A cinquant’anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, Casarsa della Delizia sceglie di non fermarsi al ricordo, ma di riaccendere la sua voce e il suo pensiero. Il 2 e 3 novembre 2025, il Centro Studi Pier Paolo Pasolini, con sede nella casa materna di Casa Colussi, luogo dell’infanzia e delle prime ispirazioni del grande autore, inaugura una nuova stagione di ricerca e di dialogo con i giovani, trasformando la memoria in futuro.
di Monia Settimi
«Non vogliamo commemorare una chiusura, ma aprire un nuovo inizio», sottolinea Marco Salvadori, presidente del Centro Studi. «Pasolini continua a parlarci, e il nostro compito è far sì che la sua voce arrivi ai giovani, ai loro linguaggi e alle loro inquietudini».
Il programma prenderà avvio domenica 2 novembre, giorno esatto della morte del poeta, con la cerimonia al cimitero di Casarsa, dove Pasolini riposa accanto alla madre Susanna Colussi. L’incontro si svolgerà alla presenza delle istituzioni e dei rappresentanti dei Comuni di Roma e Bologna, città profondamente legate alla sua biografia.
La sera, alle 21, al Teatro Arrigoni di San Vito al Tagliamento, Edoardo Camurri – giornalista, autore e divulgatore che ha dedicato a Pasolini un fortunato programma su Rai 5 – presenterà “Pasolini, parola viva”, un viaggio intellettuale e visionario costruito intorno a cinque coppie di parole chiave: educare e amare, corpo e mutazione, luce e sacro, interrogare e scandalo, comunità e alterità – per raccontare un autore che non smette di interrogare il nostro tempo.
Lunedì 3 novembre, al Teatro Pasolini di Casarsa, si terrà il Convegno internazionale di studi “Pasolini e l’immaginario collettivo”, curato da Maura Locantore, studiosa di letteratura italiana contemporanea e segretaria del Comitato Nazionale per il Centenario di Pasolini. Non solo “pasolinisti”, ma esperti di letteratura, cinema, sociologia e filosofia si confronteranno per restituire un’immagine nuova e plurale del poeta.
Tra gli ospiti figurano Giulio Ferroni, Roberto Chiesi – massimo esperto del cinema pasoliniano – e il poeta Gian Mario Villalta. Le tre sezioni del convegno, “I linguaggi di Pasolini tra innovazione e provocazione”, “Miti e simbologie nell’opera del poeta” e “L’intellettuale e la società italiana”, offriranno una panoramica viva e critica sull’eredità di uno dei più grandi intellettuali del Novecento.
Particolarmente significativa sarà la partecipazione di oltre 550 studenti provenienti da scuole del Friuli Venezia Giulia, del Veneto e dell’Istria, chiamati a dialogare direttamente con i relatori. Una scelta che segna la volontà del Centro Studi di aprire la ricerca accademica alle nuove generazioni, rendendole protagoniste di un rinnovato confronto sul pensiero pasoliniano.
La giornata si chiuderà alle 21, sempre al Teatro Pasolini, con la lectio magistralis di Roberto Vecchioni, intitolata “Pasolini, poeta dell’universalità umana”. Il cantautore, docente e intellettuale, offrirà una riflessione profonda sull’amore, la perdita e la nostalgia dell’origine, ricordando come «Pasolini sia il più intricato e affascinante intellettuale del nostro Novecento, una voce febbrile alla ricerca di un ubi consistam universale, un sogno di rinascita che ancora ci riguarda tutti».
Dal 2 al 6 novembre, a completare le celebrazioni, si svolgerà la Pasolini High School transfrontaliera “Pier Paolo Pasolini tra natura e cultura: geografie sentimentali e confini linguistici”, coordinata da Angelo Fàvaro dell’Università di Roma “Tor Vergata”. L’iniziativa, che coinvolgerà studenti italiani, sloveni e di altri Paesi europei, prevede laboratori, workshop e incontri tra Casarsa, Idrija e Nova Gorica, nel contesto di Nova Gorica-Gorizia Capitale Europea della Cultura 2025, per testimoniare un’eredità che continua a muoversi oltre i confini e a generare dialogo.
Il Centro Studi Pasolini si conferma così non solo come luogo della memoria, ma come laboratorio attivo di pensiero, educazione e confronto. L’obiettivo è restituire Pasolini come chiave per leggere il presente, un autore che ancora oggi ci spinge a osservare la realtà con sguardo critico e passione civile. Non un monumento da venerare, ma una parola viva che continua a bruciare, a disturbare, a illuminare.
A cinquant’anni dalla sua morte, Casarsa sceglie di celebrare non il Pasolini del passato, ma quello del futuro: il poeta che vive nei ragazzi, nelle loro domande, nella loro sete di verità.
Last modified: Ottobre 23, 2025

