Dopo settimane di intensi scontri e negoziati serrati, Israele e Hamas sono ad un passo da un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Le trattative, mediate dall’Egitto e sostenute dagli Stati Uniti, si sono concentrate negli ultimi giorni nella località egiziana di Sharm el-Sheikh, dove entrambe le parti sembrano vicine a formalizzare un’intesa entro le prossime 24 ore.
di Monia Settimi
Secondo fonti diplomatiche, l’accordo prevederebbe un significativo ridimensionamento della presenza militare israeliana a Gaza, accompagnato da un complesso scambio di prigionieri: Israele libererebbe circa 1.950 detenuti palestinesi, inclusi 250 condannati all’ergastolo, in cambio della liberazione di 20 ostaggi israeliani ancora vivi e della restituzione dei corpi di 28 soldati caduti. L’operazione sarà condotta senza cerimonie pubbliche, per evitare tensioni politiche interne.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito l’intesa “un passo fondamentale per la sicurezza nazionale”, mentre Hamas l’ha accolta come “un successo politico e umanitario”, ribadendo il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione. Il cessate il fuoco, se confermato, potrebbe rappresentare una svolta storica dopo settimane di conflitto, ma permangono questioni complesse, tra cui il futuro assetto di Gaza e la gestione degli aiuti umanitari.
La comunità internazionale osserva con attenzione, consapevole che il successo dipenderà da un dialogo politico continuativo e da impegni concreti da entrambe le parti, per trasformare questa fragile tregua in una pace duratura.
Last modified: Ottobre 9, 2025
