Aviano (martedì, 22 luglio 2025) — Solo una donna su due partecipa ai controlli periodici contro il carcinoma della cervice uterina, e il rischio di diagnosi tardive resta alto. A lanciare l’appello è Silvia Franceschi, direttrice scientifica del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano e membro del direttivo di Alleanza Contro il Cancro, durante un incontro della Midsummerschool 2025 organizzata dallo IEO di Milano.
di Monia Settimi
“Abbiamo gli strumenti per prevenire questo tumore, ma non li usiamo abbastanza”, ha sottolineato Franceschi. Il tumore della cervice, infatti, è l’unico cancro per cui esiste un piano globale di eliminazione, definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che fissa la soglia ideale a meno di 4 casi ogni 100mila donne. Eppure, nessun Paese europeo ha ancora raggiunto questo obiettivo.
La ricercatrice ha evidenziato il ruolo cruciale degli IRCCS (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) nel supportare la prevenzione e lo screening. Un’alleanza strategica con l’Istituto Superiore di Sanità e le Regioni, che – se sfruttata – potrebbe potenziare la lotta contro il papillomavirus (HPV), responsabile diretto di questo tipo di tumore.
I dati, però, parlano chiaro: in Italia la copertura vaccinale resta sotto il 70%, e solo metà delle donne aderisce ai programmi di screening gratuiti. Il restante 30-40% spesso non ha mai effettuato un controllo.
“Ogni occasione di contatto con il sistema sanitario dovrebbe diventare un’opportunità per offrire uno screening”, ha ribadito Franceschi, chiedendo maggiore attenzione da parte di medici, strutture e istituzioni.
La prevenzione è la prima arma contro il cancro. Ma senza partecipazione, anche la migliore strategia rischia di restare sulla carta.
Last modified: Luglio 22, 2025

